Calendario 2023
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Novembre 2023
Piano B. Così intitola il quotidiano La Repubblica la nuova rubrica iniziata lo scorso 20 settembre in risposta al recente sondaggio di Gallup dal quale emerge che gli Italiani sono i lavoratori più infelici in Europa. Riassumendo, le dichiarazioni sono:
Non ne posso più. Il mio lavoro non mi piace. Il capo mi umilia. Per quello che faccio non mi pagano abbastanza. Non ho più tempo per fare niente. Per me. Per i miei figli. Sono infelice.
Un po’ di numeri? Mentre Gallup ci indica un deprimente 4% di lavoratori felici, secondo la ricerca svolta dal Politecnico di Milano si sale al 7%. Il quadro rimane comunque sempre negativo. E se il 30% denuncia un’intensa sofferenza, non tutti pensano di riuscire a cambiare la situazione all’interno della propria azienda oppure cercando opportunità altrove. E qui torniamo alla nuova rubrica di Repubblica, Piano B, che racconta ogni settimana le testimonianze di persone che hanno mollato tutto per cominciare una nuova vita.
C’è chi insegue un proprio sogno perché non trova più nessun significato nell’attività svolta e chi dice basta ad una giornata fatta di solo lavoro. In entrambi i casi, le persone dichiarano di non vivere più in equilibrio con se’ stessi.
Questo ci porta all’approfondimento di questo mese: la work-life-balance. L’equilibrio tra lavoro e vita privata è diventato un elemento cruciale per la soddisfazione lavorativa non solo per i giovani o per le lavoratrici con figli, che tradizionalmente sono attenti a questi aspetti. In questo dibattito è entrata, più o meno volutamente, anche la 21enne tiktoker americana Brielle Asero, che con un video di poco più di un minuto ha acceso un dibattito non solo negli USA ma anche in Italia. Si tratta sicuramente di un caso estremo che rischia di essere sfruttato per attaccare tutta la Generazione Z.
La modalità di far convivere in maniera soddisfacente la sfera professionale e quella privata è molto personale, così come la motivazione che spinge a chiedere maggiore flessibilità. Negli ultimi anni, abbiamo sentito esigenze molto diverse da parte dei nostri candidati:
- Chi cerca un lavoro raggiungibile in bicicletta per allenarsi alle gare;
- Chi chiede la pausa pranzo lunga al venerdì per raggiungere la moschea più vicina;
- Chi negozia una flessibilità in entrata per portare i figli a scuola;
- Chi, durante la stagione di caccia, ha bisogno del mercoledì libero;
- Chi lavora lontano dalla residenza e chiede lo smartworking per poter vivere la famiglia o semplicemente assecondare la propria passione per lo sci;
- Chi si trasferisce per garantire al figlio con bisogni particolari un ambiente adeguato;
- Chi fa scelte professionali drastiche per poter stare vicino ai genitori anziani;
- Chi cerca la flessibilità perché organizza e promuove eventi culturali;
- Chi studia e preferisce lavorare il fine settimana per poter frequentare i corsi universitari;
- Chi invece cambia per un clima aziendale che non permette di vivere serenamente nel tempo libero.
Potremmo andare avanti all’infinito.
Per il 60,5% dei lavoratori italiani intervistati in occasione dell’indagine di Randstad sull’employer branding, la work-life-balance è l’aspetto prioritario nella scelta di un’azienda, con picchi del 64% per i lavoratori di età compresa tra i 55 e i 64 anni (Baby-Boomers). L’azienda non attenta a queste dinamiche, o che in fase di colloquio glorifica il senso del sacrificio dei tempi passati, rischia non solo di perdere dipendenti validi ma di non risultare attrattiva per futuri collaboratori.
Ecco i nostri suggerimenti:
- ✔️ In primo luogo, è fondamentale riconoscere che la ricerca di un sano equilibrio tra lavoro e vita privata sta definendo le attuali dinamiche del mercato del lavoro.
- ✔️ Promuovere all’interno dell’azienda una cultura che incoraggi ogni singolo collaboratore a esprimere liberamente e in modo trasparente le proprie esigenze, è essenziale. Abbiamo constatato che sensibilizzare i responsabili del personale attraverso incontri formativi mirati favorisce notevolmente questo processo. 😉
- ✔️ Quando non è possibile soddisfare le richieste del collaboratore, è importante spiegare il motivo, poiché spesso si può trovare un compromesso che sia soddisfacente per entrambe le parti.
- ✔️ E’ essenziale dare rilievo a questi aspetti nella comunicazione aziendale – sia interna che esterna – che vanno dalla strategia di Employer Branding alla fase del colloquio, sia per fidelizzare i collaboratori sia per attrarre nuovi talenti.
In questo senso, buon lavoro!
Valerie Schena Ehrenberger e il team di Talents4Business e Valtellina Lavoro
Ps per i curiosi: gli sci che vedete sulla foto utilizzata per il mese di novembre sono miei, personalizzati da un’azienda valtellinese con i colori e il logo di Valtellina Lavoro 😉
Non perderti gli episodi del nostro podcast T4B Recruiting Talk di questo mese:
14 novembre: Confronto con Marco De Amicis, direttore dell’associazione nazionale del Management Consulting Confindustria Assoconsult e Istitutional Relationship Manager di Save the Children Italia, che si definisce Work-life Daddy.
28 novembre: Non sempre aspetti quali work-life-balance e conciliazione famiglia-lavoro vanno d’accordo con KPI di produttività. O almeno così sembrava anche a me prima di essermi confrontata con Ilaria Vigorelli, docente universitaria e presidente della Fondazione Marco Vigorelli.